C'era una volta la Sicilia...

Gira il mappamondo e fermalo col dito! Oggi dove si và in gita assieme?
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Gnappetto
Povero martire
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C'era una volta la Sicilia...

Post by Gnappetto »

Volete ascoltare una fiaba? Una di quelle favole in cui degli intrepidi cavalieri sconfiggono il drago che nasconde tesori nella propria tana, in cima alla più alta montagna? Uno di quei racconti che narrano le gesta di un potente Mago che piega la volontà del nemico di sempre? Una di quelle storie
magiche dove il Principe sposa la contadina della quale si era follemente innamorato, nonostante la sua condizione e nonostante la distanza sociale?


No?
Occhei, allora vi racconto questa:



13 Agosto.

C'era una volta un Viaggiatore, con i suoi tre bagagli stracolmi di roba, che si accingeva a prendere la carrozza per andare nella piccola città di Bari, dove poi avrebbe preso il biroccio che l'avrebbe portato, dopo 11 ore nelle quali avrebbe perso definitivamente la striscia delle chiappe, nella grande e calda Contea di Palermo.
Sapeva che doveva attendere un'ora a Bari, prima di prendere il biroccio e, per questo, si era portato assieme un libro, che avrebbe avuto un'altra importante funzione. Il programma era di attendere in una taverna vicino la fermata del biroccio, con un caffè per tenersi sveglio e non rischiare di svegliarsi molto presto l'indomani, e con il libro tra le mani.
Giunto a Bari, il Viaggiatore provò un'infinita rabbia per i diritti dei lavoratori e per le ferie.
Dopo un'ora, senza caffè e senza aver aperto il libro, finalmente, potette sedersi nel posto che avrebbe occupato per ore. Pensò che quel bambino avesse consumato già abbastanza energie quando erano fuori dal biroccio e, di conseguenza, sarebbe crollato subito.
Si sbagliava.
Dopo due ore, decise di tirar fuori l'arma contro il quale il bambino non poteva nulla: "Il Nome della Rosa" di Umberto Eco, noto per le sue qualità soporifere. Passarono sette minuti e il Viaggiatore si addormentò, sognando uno dei componenti dei suoi musicanti preferiti che lo abbracciava e gli rivolgeva parole magiche.


14 Agosto.

Magiche come le onde del mare che si infrangevano, creando una delicata e soffice spuma, contro la carena del mezzo che lo traghettava verso l'isola i cui contorni costieri si scorgevano solo attraverso mille lucciole disposte in una fila ordinata e precisa. La Sicilia si presentava come la terra che i navigatori sperano di raggiungere nel bel mezzo di una tempesta; come il sogno di chi si imbarca per cercar fortuna altrove; come la Terra Promessa.
Per il Viaggiatore era solo la fine di quel venticello che asciugava i litri di sudore che rendeva appiccicaticcio tutto il suo abbigliamento, sopratutto i mutandoni.
Messo piede (ruota, va') sull'isola, tornò a sognare, sperando di risvegliarsi poco prima di giungere a Palermo. Ma la tranquillità venne rotta da un mostro malvagio, un essere infimo e crudele, uno spregevole e disgustoso umano pronto a rovinare l'esistenza altrui per il solo gusto di farlo: il bambino capriccioso dopo essere stato svegliato. E, contro quel mostro, nemmeno Eco e la potenza della sua noiosità potettero far nulla.
Ma il Viaggiatore coraggioso resistette e i suoi nervi non cedettero alla voglia di fare harakiri. Così, dopo interminabili ore di viaggio, infine, giunse, sotto un sole ancora debole, a Palermo. Dietro i vetri del biroccio, vedeva la Principessa Gabriella e il Principe Psyke, ed era contento: credeva di essere giunto in paradiso, in un posto dove poteva solo trovare divertimento, pace e amore. Poi vide anche la Strega di Corte Stefania, e tornò coi piedi per terra, sconfortato.
Il cocchio della Principessa Gabriella era pronto per iniziare un percorso, pronto per far da anfitrione a coloro che sarebbero stati i suoi ospiti per 6 giorni. Pronto a prendere il grande e potente Mago Covenant, dalla sua magione. E partirono insieme verso un grande e vasto giardino. La Principessa e la Strega di Corte continuarono il loro compito mattutino di prelievo e trasporto persone. Nel frattempo, un cavallo al galoppo proruppe con il suo nitrito e si palesò al gruppo. Sulla sua groppa, c'erano i Giullari di Corte Linh e Vincenzo. La prima, però, dovette andar via subito, probabilmente per preparare lo spettacolo della sera. Nel giardino, denominato "Villa Giulia", il Viaggiatore, il Mago, il Principe e il Giullare scoprirono un piano diabolico in atto, contro la Contea di Palermo. Tanti piccoli figli del vento in addestramento. Ripresero tutto col cellulare e mandarono il video all'ONU.
Quando la compagnia si riunì alla Principessa e alla Strega, si aggiunsero, trasportati dal cocchio reale, la Scema del Villaggio Elisabetta, e suo cugino Andrea, scemo pure lui perché è una cosa di famiglia. Tra la Scema del Villaggio e il Viaggiatore scoppiò subito una scintilla e furono baci e abbracci, con infinita tenerezza e dolcezza. I lividi della Scema lo dimostrano.
In quel momento, avvenne una cosa che cambiò radicalmente la vita del Viaggiatore, una di quelle cose che traumatizzano e lasciano il segno per il resto della propria esistenza: il Viaggiatore mangiò un cannolo siciliano. È questo un pasto completo racchiuso in dieci centimetri di cialda ripiena di ricotta mescolata con il nettare degli dei. A questo punto, per far comprendere quanto il cannolo abbia lasciato il segno, potrei chiedervi "Lettori, lo sapete che i viaggiatori mangiano solo cannoli?" [cit. revisionata], ma non sarebbe logicamente coerente, e se continuate a leggere capirete il motivo.
Il gruppo si sciolse per un po', giusto il tempo di scoprire che un frate, tal Padre Pio, era onnipresente nella Contea di Palermo. E il suo animale di compagnia, tal Pulcino Pio, pure; e di scoprire che non si poteva ammirare la flora palermitana, a meno che non si pagassero tanti dobloni reali o di essere uno studioso dell'Accademia.
Il Mago, la Strega e il Viaggiatore furono molto contrariati.
Alla riunione del gruppo, con la Principessa che accompagnava chiunque col suo cocchio reale, si unirono il Cartomante Attilio e il Poeta John. E così, partirono alla volta del mercato, per poter comprare pozioni magiche che li avrebbero trasportati in altri mondi paralleli, pronti per nuove avventure: vodka, rum, sambuca.
Dopo gli acquisti, finalmente, dopo tanto tempo, il Viaggiatore poteva vedere un leggendario posto: la celeberrima ritirata gialla del Castello di Corte, il Castello Giacalone. Il Viaggiatore notò subito come la realtà non rendeva giustizia alla leggenda, dato che il posto era molto più piccolo di come i racconti e i disegni affermavano. Ma era ugualmente contento. Meno contento era di conoscere la sorella della Principessa, notoriamente gelosa della reale, per via della sua età (e intelligenza) inferiore: Cristina, molte volte impegnata nei trasporti di Corte, nel ruolo di Camionista.
A Corte, iniziarono i giochi. Poco dopo, giunse al Castello anche il Sacerdote Marcello, che il Viaggiatore conosceva già e che ha baciato diverse volte, sperando in una sua benedizione.
Dopo i giochi, ci fu la partenza, per raggiungere l'intera Compagnia del Villino, denominata così per la persistenza in un villino di provincia, in quel di Balestrate. Lì il Viaggiatore conobbe tanta gente, tra cui il Contadino Analfabeta Sebastiano, la Ricercata e Pluricondannata Criminale Francesca e il Fomentatore delle Folle Christian, e ritrovò una vecchia conoscenza: il Musicante Alfredo.
Iniziarono altri giochi, compresi alcuni oscuri con il Diavolo. Uno dei giochi, però, ha lasciato il segno: non c'è stato nemmeno uno dei tanti giorni di permanenza del Viaggiatore alla Contea di Palermo nel quale non si sia ricordato il negozio più acclamato dall'intera compagnia.
Dopo qualche ora, però, la stabilità del gruppo venne meno, poiché giunsero gli Aristocratici della Contea d'Asti a portar via la Scema del Villaggio Elisabetta e suo cugino. Il povero Viaggiatore fu duramente criticato dagli Aristocratici e dalla loro signorilità. E così, la Scema del Villaggio e suo cugino abbandonarono il gruppo per non tornare mai più. Di loro si ricorderà la stupidità, e loro ricorderanno i lividi.
Con la loro dipartita, si potette finalmente iniziare la festa. Tutta la compagnia partì per raggiungere il vicino mare e la sua fine e fastidiosissima sabbia, dove si sarebbero accampati per la notte. Tra musica, pozioni, stelle e poesie, la serata fu magnifica. Da ricordare il Giullare Vincenzo che strappò mille sorrisi con un urlo ("AAAAAAAAAAAAAAAZVEGNAAAAAAAAA") e la malvagia sorella della Principessa Gabriella, Cristina, che si esibì in uno spogliarello, scandalizzando il povero Viaggiatore.
Finì anche questo giorno, ma non l'energia del gruppo, che tornò al villino.


15 Agosto.

E furono giochi, giochi e ancora giochi. Si giocò per la prima volta a ciò che accomunava tutto il gruppo: Trusis, un antichissimo gioco creato da un antico e potentissimo monaco tibetano. Il Viaggiatore, tuttavia, era molto stanco e preferì seguire soltanto, divertendosi ugualmente. Dopo altri giochi, si ritirò per stendersi sul suo giaciglio e addormentarsi. Durante la notte, credette di sentire diversi cori richiamanti l'ormai celeberrimo negozio. Forse erano sogni, forse no. Chissà?
Quando si svegliò, constatò quanto il titolo nobiliare non è sempre segno di eleganza, giacché la Principessa Gabriella sembrava un trattore. E constatò anche quanto i giochi possano essere pericolosi per chi si lascia prendere da questi e non dorme mai per continuare. La mattinata passò senza il Contadino Analfabeta Sebastiano, che aveva lasciato il posto per tornare in patria. Di lui si ricorderanno le virgole vittime della sua lingua.
La compagnia lasciò il posto, decidendo di andare a rifocillarsi in un villaggio vicino: Mondello. Il Viaggiatore ha odiato molto quel posto diabolico.
Come il canto delle sirene per Ulisse, il profumo delle arancine traeva a sé, impossibile da fermare, lo sfortunato uomo, che cedette alla tentazione.

... Due volte.

... Tre, contando il gelato.

... Quattro, contando la granita.

Ora i lettori capiscono perché non potevo fare quella domanda sopra accennata.

Dopo un breve scambio di effusioni romantiche tra il Viaggiatore e il Giullare Vincenzo, il tutto documentato dalla cattura immagini della Giullare Linh, il gruppo si divise. Così, Viaggiatore, Principe, Principessa, Mago e Camionista tornarono al Castello Giacalone, dove il primo si accorse dell'amore profondo che provava nei confronti della cascata interna nella ritirata. Anche se, se si asciugava, paradossalmente, si bagnava.
E, dopo un bel bagno, nuovamente sudati, partirono alla volta di una piazza dove il Giullare Linh assicurò ci sarebbe stata tanta bella gente.
Probabilmente, era uno dei suoi scherzi.
Lì, però, conobbero la Spia Domenico e il Viaggiatore ritrovò, dopo mesi, il Corriere Esperto delle Comunicazioni Mariella, sempre pronta con le sue comunicazioni, anche in quel momento, senza dar retta al gruppo e isolandosi, per usare il suo soprannome.
Tuttavia, il gruppo non restò unito perché la bontà e la generosità della Principessa Gabriella portarono il Gruppo del Cocchio (lei, il Viaggiatore, il Principe Psyke, il Mago Covenant e la sorella Camionista Cristina) alla Magione Baron, dove il Musicante Alfredo e il Poeta padrone di casa John li attendevano. Dopo le prelibatezze fredde della riserva ghiacciata di Magione Baron, il Gruppo del Cocchio tornò a casa, al Castello Giacalone.


16 Agosto.

Olio di gomito e tanto coraggio. Queste furono caratteristiche essenziali per il lavoro che attendeva gli intrepidi avventurieri. Mentre il Camionista Cristina tentava di incastrarli, Mago, Principe e Viaggiatore si prodigavano al trasporto di giacigli. Quell'avvenimento segnò il Mago di Corte, che decise di cambiare mestiere e dedicarsi ai traslochi.
Dopo tutto questo, sembravano stanchi e volenterosi di riposo, ma alcune domande amletiche ossessionavano il gruppo, che si impegnò più che poteva per rispondere. Il Mago Covenant e il Viaggiatore non ebbero problemi a rispondere alle loro domande. Ma quando si passò alla Principessa Gabriella, il gruppo rischiava di perdersi in un limbo di domande, che portava all'inesorabile follia. Un supereroe, più famoso del celeberrimo Mago Harry Potter, salvatore di mille bambini con un cappello a forma di fungo, di mezz'età. Questi erano gli indizi per giungere alla risposta, che dopo ore non arrivava. Armati di tanta pazienza e di tanto coraggio, però, il gruppo riuscì a dileguare i dubbi che attanagliavano la mente della povera Principessa (irrimediabilmente segnata da quell'evento). Il Viaggiatore, ammise, si divertì molto, tanto che il dolore addominale lo convinse che, in fin dei conti, poteva anche concedersi qualcosa in più del cibo della grande isola. Sbaglio colossale.
Al risveglio, si accorse di essere solo, perché gli altri erano ancora tra le braccia di Morfeo. Quel giorno, conobbe la Cortigiana Valentina, portante in grembo quello che diceva essere un fagiolo. Il Viaggiatore non capì.
Al risveglio del gruppo, si riaddormentarono. Già.
Al nuovo risveglio, si organizzarono per il pomeriggio. La Principessa invitò al Castello quasi tutta la compagnia, per nuovi e vecchi giochi. Tra questi, c'era un antico gioco di popoli sudamericani. Fu la fine della sanità mentale di molte persone. Di sano, ne rimase solo uno. Uno? Palifico, quindi.
Fino a sera si giocò e ci si divertì, poi si partì nuovamente, tutti insieme, per andare a prendere budella di animale da mangiare. Fu l'unica cosa che il Viaggiatore rifiutò del cibo, contento di averlo fatto. La compagnia si diresse in un villaggio vicino, in un altro villino, al villaggio d'Aspra.
Dopo alcuni indovinelli e dopo il cibo (lo chiamano così...), si iniziò nuovamente l'antico gioco Trusis, guidati tutti dal Viaggiatore. Dall'alto della sua conoscenza, consapevole di ogni dettaglio, si divertì davvero tanto, vedendo la confusione della compagnia, dilagante anche per via di azzardate quanto stupide mosse.


17 Agosto.

Ancora al villino, il Gruppo del Cocchio si accorse di essere tremendamente in ritardo, dato che le guardie del Castello Giacalone avevano orari da seguire rigidamente, nonostante ci fosse la Principessa con loro. Quindi, fuggirono di lì e fecero andare il Cocchio a velocità massima, per poter tornare il prima possibile. Sembrava un successo, si rivelò un fallimento. Andarono a riposare, inconsapevoli.
Quel giorno, il Viaggiatore si svegliò molto tardi, in sintonia con gli altri. E maledisse Castello Giacalone e la sua diabolica Cuoca. Ma l'evento più importante della mattinata fu quello che si può definire l'avvenimento del secolo: il Re, nonché Grande Stregone, padre della Principessa Gabriella, grazie ai suoi infiniti poteri magici, permise al Viaggiatore, al Principe Psyke e al Mago Covenant, di visionare eventi passati, momenti di gaudio e felicità, della vita di Gabriella. Da allora, la vita di quest'ultima e la sua immagine di copertina cambiarono radicalmente.
Il pomeriggio il Gruppo del Cocchio si divise per la prima volta, con la Principessa, il Mago e il Camionista diretti alle acque vicine, e il Viaggiatore e il Principe diretti alla Tana della Strega Stefania. Fu un viaggio molto sofferto dai due, per via dell'opprimente caldo e di una carrozza che non giungeva. Ma, imperterriti, accompagnati da buona musica napoletana a tutto volume, riuscirono a raggiungere la Tana, rischiando anche che la Strega rifilasse loro qualche pozione velenosa, pur di dissetarsi. In quel posto, la Strega attuò un incantesimo e trasportò loro due, assieme a lei, nella lontana città di Arkham, infestata da mostri che uscivano da portali che si aprivano in continuazione. E, si sapeva, c'era un Antico Essere addormentato, pronto a risvegliarsi e a distruggere il mondo. Il Viaggiatore e il Principe avevano già sentito parlare di questa città, dal Mago Covenant il quale assicurò che non era possibile uscire vivi da lì. La lotta fu cruenta e duratura, ci furono morti e feriti, e l'Antico Essere fu risvegliato. Ma gli avventurieri, divenuti guerrieri, riuscirono a sconfiggerlo e a tornare vittoriosi.
Quando tornarono a Palermo, furono subito raccattati dal Cocchio Reale, per essere trasportati dapprima a Piazza Magione, poi in un posto buio e nascosto, ma che possedeva segreti e meraviglie: la Gucceria. Nonostante gli sforzi per resistere, il Viaggiatore cedette ad una pietanza strana: pane, prosciutto, funghi, cipolla, lattuga. Cibo che servì per ristabilire le forze, dopo il combattimento e dopo gli sforzi mentali per risolvere un enigma fatto di accendini, numeri e inganni.
Quando la compagnia si spostò, lo fece verso il più grande Teatro d'Italia, ma il terzo d'Europa, o il secondo d'Italia e il terzo d'Europa, o il terzo d'Italia e il primo d'Europa... La confusione regnò. La Principessa, poi, era più confusa di tutti. Le sue allucinazioni lo provano.
Nuovamente, il Gruppo del Cocchio fu colto alla sprovvista dall'infame e malvagio scorrere del tempo, e fu costretto ad abbandonare la compagnia per tornare al Castello.


18 Agosto.

Il Viaggiatore si svegliò ancora tardi, si rifocillò dal digiuno notturno, e si riunì agli altri quando si svegliarono. Fu un giorno frenetico, per via di un'importante cerimonia che avrebbe tenuto impegnata la famiglia reale, che doveva ovviamente presenziare. A metà del pomeriggio, Castello Giacalone fu svuotato, con Principessa e Camionista alla cerimonia, e Viaggiatore, Principe e Mago verso Magione Baron. E furono dadi. Tanti dadi. Troppi dadi.
Tra rialzi, calze, palifichi e dubbi, il tempo passò abbastanza in fretta. Sembrò passata una sola ora quando la Principessa e sua sorella raggiunsero la compagnia. Si continuò a giocare e il Viaggiatore sfidò la Strega Stefania e il Principe Psyke a suon di incantesimi. Evocò tante creature che surclassarono quelle dei due sfidati. Ne uscì vincitore, fiero del suo esercito.
Dopo combattimenti e dadi, si partì per riunirsi al resto della compagnia, dopo una sosta al Castello. Lì si delineò un piano del Viaggiatore e del Principe, ma che si attuò soltanto il giorno dopo, e verrà narrato in seguito.
Giunsero in una taverna, da alcuni vecchietti, in una contrada della maiale da buffet. Il Viaggiatore fu subito messo in tremenda crisi dalle offerte dei vecchietti. Quando decise, fu troppo tardi per cambiare. Dovette vedersela con una capricciosa, ma, ripensandoci, avrebbe preferito una campagnola, anche perché le stagioni nella Contea di Palermo si chiamavano "gusti". Anche in taverna, ovviamente, i dadi li accompagnarono. Immancabili, come le tradizioni volute dal Sommo Monaco Tibetano Disu, creatore del gioco Trusis, e venerato da tante persone. E tutti si appropinquarono a mantenere le tradizioni, firmando col proprio sangue per esse, una volta giunti al Tempietto dove lo si venerava. E, come da tradizione, si affidarono al vento per un ritratto di gruppo. Ritratto che, per fortuna o sfortuna, non ospitò la figura del Demonio, che si presentò per il suo patto con il Mago di Corte Covenant. Dei loro magheggi, non è dato sapere.
Quella era l'ultima sera insieme, per molti di loro. Quindi, adorarono il Sommo Monaco Tibetano Disu, seguendo il primo dei suoi Comandamenti: "In qualsiasi luogo tu sia, ricorda di giocare a Trusis. E, magari, pubblicizza un po'.". Si giocò per l'ultima volta, con il solito Gruppo del Cocchio costretto ad allontanarsi in fretta.


19 Agosto.

I saluti furono commoventi, perché ormai il gruppo era ben solido e felice d'esserlo. Tuttavia, era dovere del gruppo allontanarsi, e di alcuni di loro andar via per sempre dalla Contea di Palermo.
Quando tornarono al Castello, le guardie avevano già chiuso i portoni, nonostante l'orario non fosse il solito del coprifuoco. La Principessa, dunque, ottenne il lasciapassare per rientrare e il Gruppo del Cocchio poté riposare.
Sin dai primi momenti del risveglio, l'atmosfera era intrisa di tristezza e sconforto. A breve, il Gruppo del Cocchio si sarebbe diviso per sempre. Cercarono di distrarsi: chi mangiando, chi controllando le attività dei propri amici su una pergamena strana, chi cantando e ruttando, chi sfidandosi a dadi per il trasporto dei giacigli. Il Viaggiatore, il Mago e il Principe, però, poterono attuare il piano creato il giorno prima, le cui conseguenze sono ormai visibili a tutti sul famoso Diario della Principessa Gabriella, come immagine di copertina.
Fu commovente per il Viaggiatore lasciare il Castello Giacalone e i luoghi leggendari che ospitava: la ritirata gialla, la stanza viola, la cucina rossa.
Partirono alla volta del grande Giardino Inglese, dove la Strega Stefania li attendeva da un'ora, mentre mandava loro diverse missive in cui diceva che c'era qualcuno che era in procinto di fare una caccia alle Streghe, per metterla al rogo. Era salva quando arrivarono, per loro sfortuna. Visitarono questo grande giardino, pieno di arcobaleni, alberi, tanto verde e giostre. Per l'ultima volta, giocarono al diabolico gioco del Diavolo, dove la Camionista Cristina si confermò pecora nera.
Arrivò il Crepuscolo e l'ora di lasciare la Contea di Palermo, per il Viaggiatore. Arrivati al luogo di partenza del biroccio, sperò che non ci fosse. E non c'era!
Ma poi arrivò.
Ma non era quello!
Ma ne arrivò un altro.
E non era nemmeno quello!
Ma ne arrivò un altro.
Era pronto ad esultare nuovamente, sperando non fosse quello, ma era lui, questa volta.
Gli addii furono commoventi e strazianti. Ci furono lacrime, svenimenti, occhi rossi, abbracci, suicidi di massa, baci, promesse fatte al solo scopo di alleviare il dolore insopportabile del momento. Attraverso i vetri del biroccio, il Viaggiatore non vedeva più i suoi compagni, poiché erano già fuggiti via per la partenza del Principe, anche lui costretto a tornare nella sua patria.

Il Viaggiatore vide scorrere le terre della grande isola Sicilia sotto le ruote del biroccio, vide mari e monti, vide carrozze e cavalli (o leoni?), vide uccelli e aquiloni, vide anche un film per passare il tempo nel biroccio (The Wall, per inciso).
Quando fu traghettato via, sperava di non avere quelle due monete d'oro per Caronte, ma le aveva. Fu riportato, stanco e dormiente nella sua patria.
Appena giunto, iniziò una raccolta di ricordi, per lasciare ai posteri il racconto del suo viaggio. Fu un idiota e lo perse, non facendo MAIUSC+F12.
Ricominciò da capo e, stavolta, stette ben attento a premere ogni due minuti quella combinazione. E, a malincuore, gettò, infine, via quella pergamena nell'immenso mondo di un libro con una faccia, dove avrebbe potuto essere, in futuro, ritrovata e letta, da avventurieri pronti a seguire le sue orme e a viaggiare verso nuovi mondi.


FINE.



Morale della favola:
in Sicilia, mai accettare assaggini. MAI!



Altri personaggi presenti nel racconto:
I cortigiani: Dario, Massimiliano, Alessandro, Luigi.
I proprietari terrieri: Giuseppe, Antonino.
Lo stalliere: Ignazio.
Il ribelle: Giulio.
Il musicante: Nicola.
Altri cortigiani del quale il narratore ha dimenticato nomi o non trova titoli associati.
Wlamamma
Parroco senza parrocchia
Posts: 595
Joined: 25 Sep 2009, 22:18

Re: C'era una volta la Sicilia...

Post by Wlamamma »

...che meraviglia di resoconto
Gnappetto
Povero martire
Posts: 63
Joined: 10 Apr 2011, 10:41

Re: C'era una volta la Sicilia...

Post by Gnappetto »

Oh, grazie, mamma! :D
selyne88
Martire della prima notte
Posts: 103
Joined: 22 Jun 2011, 17:43

Re: C'era una volta la Sicilia...

Post by selyne88 »

Una storia davvero fantastica, e viverla in prima persona, nelle vesti di principessa, è stato meraviglioso :D Non vedo l'ora di riabbracciarti, caro viaggiatore :*
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